Sabato, 20 agosto 2022

I verdi liberali dicono SÌ all’AVS 21 e alla riforma dell’imposta preventiva

«Da decenni assistiamo a un blocco delle riforme della previdenza per la vecchiaia. Questa situazione è insostenibile vista l’attuale evoluzione demografica. La fiducia della popolazione nel sistema dei tre pilastri e della sua capacità di riforma è messa duramente alla prova. La riforma AVS 21 è un passo in avanti nella giusta direzione”, ha affermato la vicepresidente Melanie Mettler ottenendo il sostegno dei delegati riuniti a Soletta. Un chiaro Sì è arrivato anche a favore della riforma dell’imposta preventiva. In risposta alla chiusura della lobby dell’industria della carne, i delegati hanno deciso di raccomandare l’approvazione dell’iniziativa contro l’allevamento intensivo.

La previdenza per la vecchiaia si trova da decenni in una costosa situazione di stallo, che riguarda in particolare modo la previdenza professionale. La previdenza per la vecchiaia non è più adeguata all’aumento della speranza di vita e il calo della natalità. Inoltre essa non considera le nuove modalità di lavoro e i nuovi profili professionali. Questa inadeguatezza ha un costo molto elevato: la fiducia della popolazione nel sistema dei tre pilastri e la sua capacità di riforma ne risente. Le donne sono particolarmente svantaggiate e il finanziamento delle pensioni della generazione “baby-boomer” è a carico di poche generazioni. Il finanziamento aggiuntivo attraverso l’aumento dell’IVA e la parificazione dell’età di riferimento nell’AVS, così come nella previdenza professionale, riduce la pressione finanziaria. I verdi liberali ritengono inoltre indispensabile una maggiore flessibilità dopo i 65 anni, sia grazie all’aumento della speranza di vita sia per rimediare ai bisogni di manodopera del mercato. Per l’assemblea dei delegati è stata decisiva la protezione contro la diminuzione delle rendite delle donne. La generazione di transizione che non potrà beneficiare dalla riforma della previdenza professionale verrà compensata. Queste donne non riceveranno così meno, ma maggiori rendite sul proprio conto. I delegati hanno quindi deciso di raccomandare il Sì con 159 voti a favore, 0 contrari e 6 astensioni. I delegati hanno preso questa decisione con la richiesta al Consiglio degli Stati di trovare presto una soluzione per la previdenza professionale capace di raccogliere una maggioranza e il sostegno di entrambi gli schieramenti.

 

Sì alla riforma dell’imposta preventiva

«La riforma rafforza il servizio pubblico e le infrastrutture pubbliche. La Confederazione, i Cantoni e le città, ma anche gli ospedali, le aziende di trasporto pubblico e i fornitori di energia, finanziano i propri investimenti tramite l’emissione di obbligazioni. La riforma rende quest’ultimi più attrattivi e meno costosi. Ciò è a vantaggio di tutti. Globalmente i vantaggi di questa riforma mirata superano ampiamente gli svantaggi», ha chiarito la Consigliera nazionale Kathrin Bertschy, membro della Commissione dell’Economia e dei Tributi. Grazie a una proposta della Consigliera nazionale verde liberale Corina Gredig, l’abolizione dell’imposta preventiva verrà inoltre applicata unicamente alle nuove obbligazioni, migliorando così il bilancio globale per lo Stato. Così si evita una perdita di entrate fiscale dovute alle obbligazioni già emesse e i vantaggi per i Cantoni e le città si vedranno ancora più rapidamente. Questo argomento ha convinto i delegati che con 159 voti a favore, 3 contrari e 8 astensioni hanno chiaramente raccomandato di approvare la riforma dell’imposta preventiva.

 

SÌ all’iniziativa contro l’allevamento intensivo

I verdi liberali si impegnano per un’agricoltura sostenibile e il benessere degli animali. Purtroppo il benessere degli animali non ha ancora la giusta priorità, soprattutto nella produzione industriale, dove vengono utilizzati troppi antibiotici e sono necessarie enormi quantità di mangimi importati dall'estero. Occorrono migliori standard per la sistemazione e la cura degli animali. Ciò significa garantire loro sufficiente libertà di movimento, chiari limiti alle dimensioni massime dei gruppi, una macellazione dignitosa e l’obbligo di dichiarazione per l'importazione di animali e i prodotti di origine animale. A differenza del Consiglio federale, il Parlamento non ha purtroppo saputo riconoscere i segni dei tempi e ha respinto tutte le controproposte all'iniziativa contro l’allevamento intensivo, incluse le proposte verdi liberali che si basavano sulla controproposta del Consiglio federale. Dietro a questa delibera c’è la lobby dell’industria della carne che difende solo i grandi allevatori, non certamente le piccole produzioni. “Con un periodo transitorio di 25 anni avremo sufficiente tempo per un’implementazione graduale dell’iniziativa e il mantenimento stabile dei prezzi, dato che molti prodotti soddisfano già oggi i requisiti richiesti. È inoltre auspicabile che i prodotti animali ottenuti in condizioni significativamente peggiori possano venire importati in Svizzera solo con una dichiarazione trasparente e con misure di compensazione”, ha dichiarato il presidente del partito e membro della CET, Jürg Grossen. I delegati hanno deciso di raccomandare l’approvazione dell’iniziativa con 137 voti a favore, 14 contrari e 12 astensioni.