Sabato, 25 marzo 2023

La ricetta verde liberale per l’economia del futuro

Un mercato del lavoro liberale che tenga conto delle esigenze della società di oggi. Un accesso completo al mercato unico europeo e un libero scambio sostenibile con il resto del mondo. Inoltre, occorre uno Stato che permetta una concorrenza libera e leale e che fornisca le necessarie infrastrutture, l'istruzione e la ricerca. Con queste proposte, i verdi liberali vogliono traghettare l’economia elvetica nel futuro.

"La Svizzera sta affrontando sfide fondamentali di politica economica. La carenza di lavoratori qualificati è in aumento, la nostra produttività ristagna e rischiamo di perdere l’accesso a mercati importanti, in particolare al mercato interno dell'UE", avverte il presidente del partito Jürg Grossen.

 

Questo sviluppo mette in pericolo la prosperità della Svizzera. Per noi e soprattutto per le generazioni future. Oggi, in occasione dell’Assemblea dei delegati svizzeri, il PVL ha presentato il documento strategico del partito sulla politica economica svizzera del futuro.

 

Conciliare un ordine economico liberale con gli investimenti pubblici

 

"La Svizzera non deve reinventare la ruota, ma non deve nemmeno chiudersi su stessa o entrare in un sonno profondo. Un'ordine economico liberale rimane senza dubbio il motore dell'innovazione e della prosperità nel nostro Paese. Lo Stato da parte sua ha sempre svolto un ruolo centrale nelle infrastrutture e nei servizi alla popolazione", sottolinea Tiana Moser, capogruppo in Parlamento. Il compito della politica è quello di applicare questi principi alle sfide del nostro tempo. Ed è proprio qui che entrano in gioco le proposte verdi liberali per la politica economica svizzera.

 

Gli elementi principali sono: una maggiore concorrenza, un mercato del lavoro liberale e moderno e un migliore accesso al mercato in Europa e nel resto del mondo. In questi ambiti, la politica dovrebbe agire principalmente per facilitare lo sviluppo del settore privato, e non entrando in concorrenza sul mercato.

 

Per quanto riguarda le infrastrutture pubbliche, l'istruzione e la ricerca, lo Stato deve continuare ad avere un ruolo chiave anche in futuro. In questo caso, dobbiamo però stare al passo con i tempi. "Se 50 anni fa le strade e la rete di uffici postali erano d’attualità per lo sviluppo, oggi lo sono gli asili nido e l'infrastruttura digitale", sottolinea Kathrin Bertschy.